venerdì 21 novembre 2008

Nuvole bianche su cieli azzurri e uomini con bombetta ed ombrello

Chissà se riesco a riprendere questa bella abitudine e dedicare un po’ di tempo al blog. Avrei delle cose da raccontare ma è un casino di questi tempi ritagliarmi uno spazio mio … Intendo dire proprio targato io-me … Senza nessun altro fine e scopo che se stessi.
C’è sempre qualcosa di lontano da fare.
Ho l’impressione che troppo spesso soffino dei venti contrari. Uno strano fenomeno che mi ha trasportato distante dall’uragano sommerso che vorticosamente sento ruotare dentro. Alla fine credo sia più facile distrarsi. E’ più semplice. Insomma è complicato da spiegare ma non ho mai molta voglia di guardarmi allo specchio. Ultimamente poi … meglio non esagerare con l’introspezione.
Questa estate ho assistito per il quarto anno di fila a tutti e 5 le opere liriche in cartellone all’Arena di Verona. Alcune, dopo averle assaporate anche più volte, libretto alla mano uno, torcia in bocca con fascio di luce diretto sul libretto alla mano due e orecchio teso per non perdere una sillaba cantata o una nota suonata. La lirica continua ad essere una roba affascinante ma ahimè semi-incomprensibile. Mi piace ma non la capisco fino in fondo. Percepisco l'atmosfera, comprendo alcuni passaggi ma è proprio la parte oscura che non afferro …. che mi afferra l’attenzione e la curiosità. Un giorno sono certo che arriverò a comprendere chiaramente il tutto. E anche se avrò 80 anni, sarà piacevole smettere di chiedermi ogni 10 minuti, mentre lo sguardo corre vacuo e vuoto tra le pagine del testo: Ma dove minkia sono arrivati?
Nel frattempo gli All Blacks hanno vinto il 3N, gli Sharks di Michalak la Currie Cup, i Canterbury Crusaders la NPC e tutti i campionati europei sono partiti …rimpolpati da un po’ di ruggers provenienti dall’emisfero sud. Vabbè questo bignamino post estivo mi è diventato via via quasi autunnale nei toni …. ma ormai siamo in inverno e quello che è stato, è stato.
E adesso? Dunque … Vediamo … Beh, per fortuna che non sono il mio lavoro. Il sistema finanziario internazionale è un po’ come quei castelli di carte che facevo da piccolo sul tavolo della cucina. Avevo la mania di mettere alla base sempre le coppe … non ho mai capito perché. Cioè le coppe di solito si tengono in alto. Penso che sia una di quelle flippe tipo camminare esattamente sulle strisce bianche pedonali quando si attraversa la strada ed evitare le fughe delle lastre di marmo quando si passeggia sul Liston.
Magari ora sarebbe meglio che scrivessi qualcosa che possa avere senso: detto così chissà se mai lo avrà.
Mi viene da pensare che quando un pittore vuole dipingere un quadro e si trova davanti la tela bianca, senta il bisogno fisico di toccare la superficie dove i suoi colori daranno forma alle sue idee, abbia la necessità di tastare i confini che prima o dopo saranno schiacciati da una cornice.
Allo stesso modo mi trovo a credere che ogni tanto si senta il desiderio di mettersi da un lato della strada ed osservare. Nessuna indagine. Solo assistere nel senso di valutare. Un po’ come quando il contorno del cadavere è già tracciato e tutto attorno si srotola il nastro giallo PoliceLineDoNotCross che delimita la scena del crimine. Così, prima di tutto, si sente la necessità di recintare l'incertezza con una linea di confine plausibile che consenta una visione d’insieme. Un pò come dire: non ho esplorato nulla, non ho capito ancora una mazza ma questo è il quadrato di mondo che devo piantonare.
Poi, eventualmente, si può decidere di scendere nei particolari. E cercare tutti gli indizi.
Ecco non è il mio caso per il momento.
Non è come procedere a tentoni.
Sebbene io tema che sia stato troppo spesso il mio modus operandi.
Per il momento.