martedì 29 aprile 2008

"It's only when ...

Mentre qualcuna di mia conoscenza si scatenava al palazzetto con il musical “Grease”, qualcun altro si rimpinzava a dovere con una manciata di amici. Più che hopelessly devoted to you ero tutto preso ad occupare interamente l’autostrada dell’esofago con pizza agli asparagi freschi, uova sode, gorgonzola e che erano? … noci? Ok della frutta secca insomma.
Il problema non è stata la pizza e mezza che ha trovato parcheggio in me e nemmeno l’abbondante fetta di meringa alta 4 dita delle mie con i frutti di bosco.
Un po’ come quando in touch il 2 mette la mano dietro l’orecchio a padiglione per sentire la chiamata ed eseguirla - era tutto pronto per il fernet già in viaggio sulla corsia d’emergenza alla ricerca dell’ingorgo intestinale.
Tuttavia ci sono dei momenti in cui i freni inibitori sono allentati: capita quando si beve un po’ :D, quando si è proprio in quel mentre :P, quando per una sorta di magia 2/3 cose very good arrivano in rapida successione :) ... Alle volte questo accade semplicemente perché la prospettiva è diversa così, mentre si sta vivendo un periodo very bad, una semplice candela nella notte appare superba come il faro d’Alessandria.
La vita è anche aggrapparsi all’aggrappabile qualunque cosa questo voglia dire.
E allora si esagera, si esce dal percorso e si perde l’orientamento.
Tell me more tell me more…
Insomma mi è venuta questa insana voglia di sbafare anche una coppa di crema di jogurt con le fragole che proprio non c’azzeccava una mazza con tutto il resto.
Come quando ho accavallato il piede dx sul ginocchio della gamba sx ad una riunione di lavoro di fronte ai capi, scoprendo un paio di calzini verde Irlanda sul gessato blu Scozia,
come quando sabato mattina ho aperto la porta di casa alla vicina gnocca con la mia posta in mano senza guardare dallo spioncino e indossavo le braghe della tuta da combattimento e una maglietta macchiata con il frollino pociato nel caffelatte che non è mai arrivato alla bocca,
come quando ho deciso di andare in piscina e mentre mi stavo cambiando, ho scoperto che quella cosa blu che avevo messo nel borsone non era il mio costume ma una canotta tecnica arrivata lì chissà come….
Come quando … in effetti si deve sbagliare strada per trovare quella giusta.


... I lose myself in someone else that I find myself, I find myself" - Depeche Mode

lunedì 28 aprile 2008

" Come as you are, ...

Alle volte si tratta semplicemente di accendere la luce quando è il momento giusto. Almeno credo...
Altre volte è come quella stupidata che facevo da giovincello quando non mi andava di studiare: manopoletta della radio alla mano uno (altro che tasto seek) e via girare finché non si trovava la canzone “significativa”, ascoltata la quale, volente o nolente, si riprendeva lo studio e si smetteva di cazzeggiare. Certo..eheh..come no!..2 volte: trovata la song era irrimediabilmente ora di merenda finita la quale era già il momento di un nuovo giro in FM. Però, chissà, di canzone in canzone, qualcosa in testa entrava lo stesso. Almeno credo...
Qualche volta succede che il tutto accada grazie ad un costante impegno, ad una cosciente pianificazione e al saper assegnare priorità: io però non l’ho mai preso sul serio tantissimo questo bel concetto. Se escludo la programmazione del videoregistratore per le partite del venerdì mattina del Super 14, mi vengono in mente giusto 4-5 occasioni in cui farlo è stato strettamente necessario. Almeno credo …
Altre volte infine è solo questione di eventi che ti arrivano addosso ... insomma una questione di asshole. Per come la vedo io questo fattore ha un certo peso, spesso determinante, ma … pur sapendo che esiste una componente di predisposizione naturale, non c’è dubbio, ecco ...non riesco a recintare il concetto solo così. Voglio dire la lotteria la vinci se compri almeno il biglietto. Oppure il tagliando fortunato lo puoi trovare per terra mentre stai andando a vedere una partita del S10, ma a quel punto non è + solo fortuna, è un premio per l’impegno :P. Per restare nell’ambito rugbistico uno può avere il piede di Wilko, il fisico di Lomu, la visione di gioco di Campese, l’autorevolezza di Fitzpatrick, la presenza in campo di Hastings, i capelli di Henson ... ma se nella vita vuole fare la rockstar? … A che pro tutti questi ben-di-Dio? Beh i capelli di Gavin in effetti …. Qualcuno potrebbe avere tutto questo senza rendersene conto. Eppure nessuno avrebbe notato questa "fortuna" se i proprietari di quelle vite non ci avessero messo la volontà, l'impegno e anche un pò di coglioni. Almeno credo.
Certo si può analizzare il fenomeno destino a vari livelli...uhm tipo ... che centra il determinismo in uno che viene al mondo sieropositivo in una capanna in Etiopia invece di essere accolto dal mondo sano come è giusto che sia e con un cognome tipo Gates? ... Ma non ho voglia di tediarmi ulteriormente.
A me interessava ribadire che sì insomma le cose spesso capitano perché un po’ si cercano.
Non so se esiste un razionale sottostante a questa cosa.
Non che rimanga sveglio la notte a pensarci. Anzi.
Meglio occupare lo stesso tempo a fare la cosa più bella del mondo:
in fondo è un po’ come girare quella vecchia manopola della radio e trovare, in heavy rotation, sempre una canzone “significativa”. Almeno credo.

...as you were, as I want you to be, as a friend, as an old enemy ..." - Nirvana

mercoledì 23 aprile 2008

RVM

Per la maggior parte delle persone è l’acronimo di Registrazione Video Magnetica.
Per me ha sempre avuto un altro significato e più importante.
E’ il titolo di una canzone bellissima ai vertici della mia top list da sempre.
Inoltre è stata protagonista di un episodio anche importante per certi versi.
Insomma ‘sta song sta lì nell’armadietto delle cose WOW.* da tenere a mente un po’ come quando sotto naia si apriva quella squallida anta di ferro grigio topo, sempre un po’ scrostata, e ci si metteva lì a guardare la foto della fidanzata o il poster della Samantha Fox (quanta old-itudine in queste parole :( ).
Beh a pensarci bene era pure possibile che la fidanzata in quel momento si stesse accoppiando con un altro e …

a dirla tutta … la Samantha aveva sì questi due bei argomenti ma chissà forse erano finti …
e infine, disdetta delle disdette, in quel armadietto magari ti ci avevano pure chiuso dentro da burba e,
dopo aver infilato una monetina da 100 Lire, ti eri messo a cantare su richiesta Like a Virgin touched for the very first time … vabbè sono dettagli. Anche il Juke-box.
Contava invece godersi un po’ le proprie roots.
Torno alla canzone.
Venerdì sera. Post disco Hollywood sul lago di Garda. Età in linea a quella di un vecchio scozzese comasco che conosco. Tanto tardi con la maraia. Tutti belli pieni come pigne tra le zampe di un gruppo di scoiattoli preistorici. Non eravamo tutti accoppiati ma io sì. Periodo nel quale ci si frequenta da poco …dove un po’ tutto è scoperta e stupore. Saluti a tutti e si accompagna la donzella a casa. Non so come e non so perchè avevo voglia di fare ancora casino (si lo so, ci fosse stato Ghestyz era la fine di ogni romanticheria e giù di brutto col rastrello) ma non è che io sia mai stato uno di quelli che tirano mattina tutti i week-end. Tanto per dire già allora si andava di cardigan. Cmq, alla fine mi ritrovo appollaiato sul cucuzzolo di non so quale altura a fare il verso ad Eddie Vedder mentre canta urlando a squarciagola nella notte. Mi sa che lì, la signorina dico, ha preso sotto sotto l’insana decisione.

E pensare che non era per niente indicatissima..anzi.. e puzza pure un po’ di rugby.
La traduzione forse è un po’ del cazzo…ma magari a qualcuno serve.


RearViewMirror - Pearl Jam

I took a drive today - Time to emancipate
I guess it was the beatings... made me wise
But I'm not about to give thanks, or apologize
I couldn't breathe, holdin' me down
Hand on my face, pushed to the ground
Enmity gauged, united by fear
Forced to endure what I could not forgive...
I seem to look away
Wounds in the mirror waved
It wasn't my surface... most defiled
Head at your feet, fool to your crown
Fist on my plate, swallowed it down
Enmity gauged, united by fear
Tried to endure what I could not forgive
Saw things
Saw things
Saw things
Saw things
Clearer
Clearer
Once you, were in my...Rearviewmirror...
I gather speed from you fucking with me
Once and for all I'm far away
I hardly believe, finally the shades...are raised...
Saw things so much clearer (Once you, once you) .. oh yeah…Rearviewmirror...

Specchietto Retrovisore

Oggi ho fatto un giro in auto - È tempo di emanciparsi
Suppongo che siano state le bastonate a rendermi saggio
Ma non ho intenzione di ringraziare o di chiedere scusa.
Non potevo respirare, tenuto giù, la mano in faccia, schiacciato a terra.
L'ostilità cresceva, legata alla paura
costretto a sopportare ciò che non avrei potuto dimenticare.
Mi sembra di guardare lontano
Le ferite mi ammiccavano dallo specchio
Non era la mia faccia… perlopiù impura.
Tenevo la testa ai tuoi piedi -
Ero un pazzo che ti idolatrava
Un pugno alla targa - Ho dovuto inghiottire amaro.
L'ostilità cresceva, legata alla paura
Ho cercato di sopportare ciò che non potevo perdonare.
Ho visto come stavano le cose tanto più chiaramente
una volta che tu sei stata
nel mio... specchietto retrovisore
Mi allontano velocemente da te e ora puoi fotterti
Me ne vado via una volta per tutte
E' difficile da credere
Ma alla fine le ombre si dipanano
Ho visto le cose molto più chiaramente,
Una volta che tu... Già...Specchietto retrovisore.

giovedì 17 aprile 2008

Grey's anatomy

Nella vita, se possibile, è bene cercare di essere felici.
Se sentite il suono delle sirene delle auto con la H sul tetto che lampeggia … state tranquilli. Sono per me.
Ma cercare di essere felici non è proprio come essere felici.
Tuttavia, una moderata e consapevole motivazione, sprigiona una qualche endorfina positiva nel sangue o nel cervello (e talvolta anche là sotto :P)..e come dire … un po’ rende, in qualche modo, più felici.
A leggermi mi verrebbe da dire: “Che stronzata!”.
Invece a rileggermi mi viene proprio da dire: “Che minchiata!”.
Così faccio scorrere gli occhi sulle parole senza leggerle veramente. Me ne infischio e vado avanti.
Ad un tipo molto sexy che mi onora della sua lettura direi: “Ehi, sto mentendo!” e lui mi risponderebbe che è un paradosso ;D .
Sono in pausa pranzo. Sorreggo il mento con il pollice della mano destra e le altre 4 dita disposte a ventaglio (veramente constato con sgomento che la prima delle 4 è nella narice del naso), il gomito appoggiato sulla scrivania e lo sguardo per aria mentre gli occhi fissano il filo zigzagato di tungsteno di una lampadina non ecologica ad elevata dispersione energetica.
L’immagine non è proprio quella di Hemingway seduto in veranda a Cuba mentre scrive “Per chi suona la campana” ma comunque dà l’idea dell’uomo che si strugge sui temi fondamentali del mondo.

La vita è una tavolozza con due colori stubettati sopra: da una parte il bianco e dall’altra il nero
(ueh colori a caso – please forgive me Wasabi :D - userei il giallo e il blu ma non suggeriscono l’idea che ho in testa). Tutti, nel corso dell’esistenza, “pociano” il proprio pennello un po’ di qua e un po’ di là mentre tentano di dare forma all’immagine del loro esistere (Freud mi studierebbe).
Per qualcuno è naturale spennellare i neri (o non ha altra opzione) mentre qualcun altro Uh!-come-ti-muove-il-polso mentre dipinge di bianco il suo lieto trotterellare (Freud mi internerebbe).
Lungi dall’essere manicheo, credo che in fondo ognuno di noi navighi a vista e generalmente un po’ sporco.

“Allora vuol dire che la vita è proprio grigia?” – chiese un incazzoso fanciullo maori mentre tentava di far volare un aquilone con impresso il logo a forma di felce argentea degli All Blacks altresì convinto del'equazione nero=ok e bianco=bleah! (da non citare a Bologna 2008)
“Mah!” – soggiunse con aria misteriosa il vecchio rimbambito apostrofando il riottoso giovinetto tatuato – “non sono un filosofo ma credo che fluttuare tra i due opposite side of life significhi avere sempre dentro una miscela striata di infiniti pro e contro come il numero di punti in una retta e … quindi la vita è grigia? Sì …forse.. ma mai monotona” . Il giovane, che aveva già raggiunto il suo zenit come comparsa nel film “Once Were Warriors”, lo freddò con lo sguardo e alquanto alterato lo maledì per tutti gli anni a venire.


E' logico mettere in conto che occorre attraversarle queste fasi molto grigio-scure - che ora proprio non saprei definire meglio ma fanno pensare allo spazio contenuto tra le parentesi graffe nell’espressioni algebriche ove si concentrano un sacco di rogne in una sola riga ...Dicevo superare queste fasi tipo ...ecchesò ..un particolarmente intenso stress da lavoro che ti schiavizza 7 days per week ed in contemporanea 3 bollette sorprendentemente astronomiche nella cassetta della posta e ancora l’auto ammaccata e nessun biglietto dell’assicurazione e un amico che ti delude ma che vorresti giustificare ma poi non lo fai e allora ti senti in colpa ma poi ci ripensi e lo mandi a cagare … ok mi fermo tanto l’idea è chiara.
Naturalmente non sto pensando alle situazioni veramente drammatiche come quelle riferite alla salute delle persone e ancor meno a quei viaggi senza ritorno per i quali non c’è proprio nulla da fare.

Tutto questo per dire che quando butta in questo modo è bene per me fare un search nel my personal DB e rinfrescarmi la memoria focalizzandomi one-minute-hot sulle cose belle che sometimes accadono e che per un po’ colorano di bianco la vita (o di nero se sei dell’emisfero sud come quel monello teppista neozelandese di prima).
Digiti WOW.* e dai l’ok su open alla prima cosa che arriva. Puoi trovare di tutto. Quella cioccolata sorseggiata davanti alla Rathausplatz di Vienna subito dopo un vassoio di wiener-würstel, la prima volta che hai visto una donna nuda dal vero (è sorprendente che ti sovvenga pure l'afrore), il sorriso a finestrelle del nipotino comodino che ti corre incontro a braccia aperte urlando Zio! Zio! in piazza Bra e che ti ricorda che sei l’unico che lo prende ancora in braccio, oppure come è successo oggi rimembri quel bel pomeriggio di un mese fa quando hai avuto la fortuna (thx Wolfsea) di partecipare al tea-break di Ita-Sco del 6N, essere abbracciato da dietro da un tizio non ubriaco che ti scambia per Bortolami (non grande fortuna :( ), di arrossire perché una ragazzina ti chiede l’autografo e tu le rispondi: me lo fai tu a me? senza sembrare pedofilo mentre stai parlando con Bollesan (parlare è una parola troppo grossa … si bofonchiava del + e del - :( ) ma soprattutto …. la vera apoteosi, inginocchiarti in adorazione davanti ad un mito assoluto e scoprire che lo è veramente. No, non era Raphaël (quello è IL mito assoluto, my personal Jesus) ma Mr GAVIN HASTINGS. Mi si perdoni questo momento di sboronaggine ma dovevo veramente compensare un grigio troppo scuro.

mercoledì 16 aprile 2008

Watching Watches

Non sono un patito di orologi.
Trovo che siano utili, preziosi, spesso anche belli, ma non sono uno di quelli che senza un original Rolex si sentono male. Fatta questa premessa che senz’altro avrà alzato l’audience del 29%, per un motivo che ancora non conosco o che addirittura forse non c’è, mi sono ritrovato un orologio nuovo al polso.
Il mio primo rapporto cosciente con questo oggetto l’ho avuto alla prima comunione.
Era un Omega in acciaio con quadrante in seta bianca intrecciata e finestrella per la data.

L’effetto fu, more or less, quello della prima sigaretta: mi fece sentire subito un po’ più ometto.
E’ bene precisare che al tempo l’orologio era, per l’occasione, il regalo di default insieme alla penna stilografica in argento Aurora / Parker et similia. La penna non l’ho mai più vista. Dell'Omega vive ancora il ricordo: non era water resistant ma lo scoprii troppo tardi :(.
Alle medie invece divennero preponderanti, allacciati al mio giovane polso, i Casio al quarzo.
Pieni di bottoni, con calcolatrici incorporate, lucine e lucette di ogni sorta ecc.. Un periodo drammatico, obbiettivamente, dal punto di vista dello style, ma terribilmente affascinante per noi ragazzini che impazzivamo, allora come ora, per tutto ciò che era tecnologicamente avanzato.
Al tempo, prima che si trasferisse, abitava vicino a casa mia un tenente colonnello che si era affezionato a me.

La cosa sorprendeva i miei perchè non ero un ragazzino molto disciplinato: ma lui apprezzava il fatto che fossi inquieto ma anche molto rispettoso. Gli tagliavo l’erba in giardino e, quando andava in ferie con la moglie, impedivo alle sue piante di seccarsi. Era un’attività ok e me ne occupavo volentieri perché nella loro cucina mi rimpinzavo di merende pantagrueliche e loro avevano quel atteggiamento tipico degli zii che hanno figli troppo grandi, lontani ed assenti, e ancora un sacco da offrire alla vita. Soprattutto agli occhi di un bocia perennemente affamato. Un anno mi regalarono un orologio tutto nero al quarzo, infrangibile, con le scritte in rosso porpora al touch. Una figata. Tuttavia, sempre in ritardo ammetto, non era proprio infrangibile neanche questo :(.
Arrivò l’adolescenza. Per quanto riguarda il settore orologi accadde che … beh nacque lo stranissimo fenomeno commerciale degli orologi Swatch, tutti dipinti con le più improbabili, brillanti ed inconsuete nuance dell’epoca, con la lancetta dei secondi più rumorosa al mondo ma così trendy da diventare immortali .
Per chi ha la mia età e quindi ha vissuto quel periodo in pieno sin dall’inizio, ricorderà senz’altro la frenetica mania collezionistica che colpì un sacco di gente. Questi tafanari in plastica – but Swiss made, di tutti i colori e le forme, al prezzo di 50.000 Lire sdoganarono l’oggetto orologio facendolo diventare un capo di vestiario alla stregua dei calzini e delle mutande. Ovvero qualcosa che si poteva/doveva cambiare tutti i giorni per adattarlo allo stato d’animo o molto più semplicemente al colore del tuo Moncler. Very eighties per carità ma anche molto duraturo e alla moda visto che, tutto sommato, il mito resiste. Gli Swatch, anche i più evoluti Chrono, mi hanno accompagnato per un bel po’ anche dopo ma non li ho mai collezionati. Non ho mai fatto in tempo :(.
A 20 anni mi hanno regalato un orologio con la cassa in oro della UnoaErre: l’ho messo pochissime volte ed è lì in cassaforte ad ammuffire. Annovero tra i miei pochi anche un Sector, carino, molto no limits ma …niente non ha legato con me. E’ stato questo il suo limite per quel che mi riguarda.
E così, dismesso il mio ultimo Chrono, mi ritrovo ora con questo nuovo item.
Ha una particolarità che me lo rende simpatico. Oltre al quadrante bianco (che non ho più voluto) come il mio vecchio primo orologio (che com’è noto non si scorda mai), è tutto in acciaio, bello pesante …ma ecco ha questo simbolino con la bandiera italiana e la scritta FIR che proprio mi fa piacere.
Trovo che ogni tanto scrivere qualche cazzata sia benefico e salutare.
Vista così, la faccenda, posso anche pensare di non schiacciare il tasto delete su questo post.

lunedì 14 aprile 2008

@live

E' da molto tempo che non scrivo.
Ne sono consapevolmente dispiaciuto.
Ci sono periodi nella vita in cui per qualche oscura o chiara ragione – lapalissiana per quel che mi riguarda – è necessario chiudere per un po’ alcuni rubinetti del tuo essere per lasciare aperto solo il minimo necessario che ti permetta di navigare nell'oceano della vita.
In questo momento il mio sommergibile è emerso 30 secondi con il periscopio solo per farsi vedere vivo.
Appena riuscirò a capire come si fa a riemergere del tutto e ne avrò la possibilità, che sia vento, sole, tempesta, sturm und drang …dicevo.. riuscirò forse a scrivere un po’ di qs tempi strani.
Intanto, se qualcuno legge, beh a quel qualcuno se c'è, auguro di essere abbastanza sereno da potersi godere la vita per quello che offre e anche per quello che,
qualche volta,
toglie.

PS: amici prestate attenzione ai missili che l'esistenza ci scaglia contro, cercate di evitare i barilotti di esplosivo che vi arrivano addosso silenziosi e letali. Ad ogni modo abbiate sempre sottomano almeno un reggiseno e una mutandina di pizzo da liberare … ;)

I tried to explain how it all begins

How its all destroyed and built again
I knew that you could not believe me
But now you're here and it's different
How the light shines in your eyes
In every second or situ
It's then that I realized
That the world as we know it
The High speed train
We'll pick it all up and start again

Sing for the Submarine – R.E.M.