mercoledì 16 aprile 2008

Watching Watches

Non sono un patito di orologi.
Trovo che siano utili, preziosi, spesso anche belli, ma non sono uno di quelli che senza un original Rolex si sentono male. Fatta questa premessa che senz’altro avrà alzato l’audience del 29%, per un motivo che ancora non conosco o che addirittura forse non c’è, mi sono ritrovato un orologio nuovo al polso.
Il mio primo rapporto cosciente con questo oggetto l’ho avuto alla prima comunione.
Era un Omega in acciaio con quadrante in seta bianca intrecciata e finestrella per la data.

L’effetto fu, more or less, quello della prima sigaretta: mi fece sentire subito un po’ più ometto.
E’ bene precisare che al tempo l’orologio era, per l’occasione, il regalo di default insieme alla penna stilografica in argento Aurora / Parker et similia. La penna non l’ho mai più vista. Dell'Omega vive ancora il ricordo: non era water resistant ma lo scoprii troppo tardi :(.
Alle medie invece divennero preponderanti, allacciati al mio giovane polso, i Casio al quarzo.
Pieni di bottoni, con calcolatrici incorporate, lucine e lucette di ogni sorta ecc.. Un periodo drammatico, obbiettivamente, dal punto di vista dello style, ma terribilmente affascinante per noi ragazzini che impazzivamo, allora come ora, per tutto ciò che era tecnologicamente avanzato.
Al tempo, prima che si trasferisse, abitava vicino a casa mia un tenente colonnello che si era affezionato a me.

La cosa sorprendeva i miei perchè non ero un ragazzino molto disciplinato: ma lui apprezzava il fatto che fossi inquieto ma anche molto rispettoso. Gli tagliavo l’erba in giardino e, quando andava in ferie con la moglie, impedivo alle sue piante di seccarsi. Era un’attività ok e me ne occupavo volentieri perché nella loro cucina mi rimpinzavo di merende pantagrueliche e loro avevano quel atteggiamento tipico degli zii che hanno figli troppo grandi, lontani ed assenti, e ancora un sacco da offrire alla vita. Soprattutto agli occhi di un bocia perennemente affamato. Un anno mi regalarono un orologio tutto nero al quarzo, infrangibile, con le scritte in rosso porpora al touch. Una figata. Tuttavia, sempre in ritardo ammetto, non era proprio infrangibile neanche questo :(.
Arrivò l’adolescenza. Per quanto riguarda il settore orologi accadde che … beh nacque lo stranissimo fenomeno commerciale degli orologi Swatch, tutti dipinti con le più improbabili, brillanti ed inconsuete nuance dell’epoca, con la lancetta dei secondi più rumorosa al mondo ma così trendy da diventare immortali .
Per chi ha la mia età e quindi ha vissuto quel periodo in pieno sin dall’inizio, ricorderà senz’altro la frenetica mania collezionistica che colpì un sacco di gente. Questi tafanari in plastica – but Swiss made, di tutti i colori e le forme, al prezzo di 50.000 Lire sdoganarono l’oggetto orologio facendolo diventare un capo di vestiario alla stregua dei calzini e delle mutande. Ovvero qualcosa che si poteva/doveva cambiare tutti i giorni per adattarlo allo stato d’animo o molto più semplicemente al colore del tuo Moncler. Very eighties per carità ma anche molto duraturo e alla moda visto che, tutto sommato, il mito resiste. Gli Swatch, anche i più evoluti Chrono, mi hanno accompagnato per un bel po’ anche dopo ma non li ho mai collezionati. Non ho mai fatto in tempo :(.
A 20 anni mi hanno regalato un orologio con la cassa in oro della UnoaErre: l’ho messo pochissime volte ed è lì in cassaforte ad ammuffire. Annovero tra i miei pochi anche un Sector, carino, molto no limits ma …niente non ha legato con me. E’ stato questo il suo limite per quel che mi riguarda.
E così, dismesso il mio ultimo Chrono, mi ritrovo ora con questo nuovo item.
Ha una particolarità che me lo rende simpatico. Oltre al quadrante bianco (che non ho più voluto) come il mio vecchio primo orologio (che com’è noto non si scorda mai), è tutto in acciaio, bello pesante …ma ecco ha questo simbolino con la bandiera italiana e la scritta FIR che proprio mi fa piacere.
Trovo che ogni tanto scrivere qualche cazzata sia benefico e salutare.
Vista così, la faccenda, posso anche pensare di non schiacciare il tasto delete su questo post.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

rubare l'orologio da polso a Dondi e' stata cosa buona e giusta! brafo

Anonimo ha detto...

anche io alle medie ho avuto un momento di cotta per i Casio al quarzo. Erano così diversi da quelli con le lancette dei "matusa" da possedere un forte potere distintivo. Io mi sono fermato lì, all'avvento degli swatch la mia passione orologiofila era già finita. Bei post come sempre, messer Max

Billie MacGowan ha detto...

io ero molto affezionato a un orologio trovato in regalo nell'amaro montenegro.

ironia della sorte, lo spaccai contro una maniglia per incidente una mattina in doposbronza

Anonimo ha detto...

fu un risveglio... amaro!