lunedì 23 giugno 2008

b come b8

Mutuo il titolo dal post precedente.
Bologna 2008 che è un po’ come un botto. Uno di quelli da fine anno. Che per rug-bit corrisponde a fine giugno.
B come BoH! Che è un po’ come dire Bologna & rugby.
Anche se poi il rugby non è il cuore dell’evento. Ma senza la partita non ci sarebbe nessun evento. Io poi sono l’ultimo a dover parlare visto che non gioco e chi non ci mette il naso dentro, è fuori. Non ho lo “stress” della preparazione atletica :D, le tattiche di gioco da assimilare :D, le emozioni della partita vissuta dal di dentro :D spalla a spalla, i traumi da contatto che danno molta più vita di quella che tolgono :D … Insomma perdo senz’altro lo spirito sportivo dell’evento e forse chissà … magari colgo dell’altro. BO-H! Non lo so proprio. Pazienza.
Allora … vediamo un po’ di affrontare questa cosa … così: mi sono divertito.
Una bella maraja di persone più o meno conosciute, alcune in maniera più profonda, altre superficialmente ma non per questo meno importanti. Ogni relazione d’amicizia del resto, parte da una non-conoscenza. Non è proprio un appuntamento al buio: non si è mai del tutto … sconosciuti (che sarà senz’altro il titolo del mio prox libro di racconti). In comune c’è il sole cocente sulla testa, che a guardarlo troppo ti acceca e diventa ovale e azzurrino, e la volontà di incontrare persone che fanno festa parlando, giocando, mangiando, bevendo e tutto il resto. C’è chi si presenta con il nickname, chi tenta la drammatica associazione degli avatar/faccia/nome in una sorta di “indovina chi” che un po’ diverte (Pulici docet :D). Ma non volevo parlare di che cosa c’è dietro a tutto questo: ci sono persone più esperte e qualificate per farlo (Yeti docet per davvero :D).
Preferisco appuntare su questa lavagnetta di sughero alcune istantanee a casaccio che mi vengono mente. Trattengo con la memoria le facce catturate come snapshot: mentre sto bevendo della Guinness “friulana”, mentre distraggo la mora e le rubo la 4a braciola dal piatto o mentre mi impiastriccio con il gelato sciolto all’ananas. Visi che si sono impressionati nel cervello come una pellicola. Non ci sono tutti. Cioè sì .. Ci sono tutti ma il rullino non è del tutto sviluppabile. Tante foto. Alcune sfocate. Altre rimarranno per sempre senza commento e senza didascalia. Ad alcune forse non serve.
In una c’è Lucy che mi guarda e dice che è ora di andare: l’ammiro per la dolce perentorietà di chi sa sempre quali sono le cose giuste da fare.
In questa invece sto guidando con McP al mio fianco che mi parla di Bologna: lui è elegante come pochi, ha mollato la compagnia (squisitamente femminile) per accompagnarmi in stazione a “ritirare” lei e non appena la conosce mi butta da parte e le parla come se io non esistessi :D. Esemplare.
Arriva Lara e le sue cuffie mentre traffica con dei cd musicali dietro una consolle: dispensa sorrisi con gli occhi, è tallonata da un giovane amore e si vede. Mi ha appena detto che si è dimenticata “Happy Children” ma mi rende happy lo stesso anche se non sono più child. Kiss 4 her.
Appena arrivato, c’è l’abbraccio di Phoebe: mi piacciono quelli stretti e, se è una ragazza, mi piace che appoggi pure la testa. Lei è sempre così vivace e prorompente che ti verrebbe da inscatolare un pezzo della sua energia e tenerla appresso come un pila quando viene sera. Più tardi mi farà riflettere su un concetto rugbistico che detto dalla sua bocca mi è suonato diverso da tutte le altre volte che l’ho sentito. Forse un giorno lo scoprirò.
Toh ecco la Robbby, in piedi al centro dell'ambaradan. Non sembra nemmeno fare ombra eppure non è mezzogiorno. Se il Barca fosse Parigi lei sarebbe la torre Eiffel: non prendo l’ascensore per andare a scoprire il panorama della città perché occorre viverla prima per apprezzarla da lassù. Ha un sorriso giocondoso e allo stesso tempo uno sguardo mogliesco del tipo: “ti sei ricordato di dare l’acqua ai gerani prima di uscire? “ Ma in realtà mi sta serenamente rimproverando: “alle 8 del mattino del solstizio d’estate chiama tua suocera non me" :D. Ha ragione ma non è colpa mia se mio fratello si chiama Roberto e se il mio DNA ha previsto delle luganeghe al posto delle dita. Lei è la Notre Dame de Bologn e io sono un po’ Quasimodo (scherzo!).
E’ il crepuscolo e c’è un coma-scozzese :D che canta quella canzone che fa “…Leonard Bernstein!” (mai saputo chi fosse, mai interessato a scoprirlo) chiudendo gli occhi. Lui sa le parole che io nemmeno ho provato ad imparare. Mi ero ripromesso di chiedergli un paio di cose delle sua vita ma sarà per un’altra volta quando sarà meno impegnato a combattere quella strana allergia che lui di sicuro non ha :D.
Lascio un capitano: c’è n’è subito un altro che ha il mio nome e la mia età (meglio non parlare dei suoi occhidapolniuman :D) che bagnato fradicio mi abbraccia forte e mi rende pezzato come la nota mucca-maglietta-old da campo di rug-bit.
Poi c’è questa immagine che è dentro a tutti coloro che erano presenti: questa persona indossa un cappellino con le orecchie, sta sudando come un ghiacciolo sospeso su un friggitrice bollente che dà ristoro a tutti in compagnia della sua lei e riesce a sorridere. Se Bologna fosse Woodstock lui sarebbe la chitarra elettrica che brucia.
Ci sono altri scatti in testa: c’è un calciatore granata che droppa tra i pali dagli 11, anche se crede di calciare dai 22, infila l’ovale nel 7 e urla goooolll con le braccia alzate mentre il suo istruttore, noto tombeur de femme, scuote la testa sconsolato.
C’è la foto della foto di PB mentre documenta la insostenibile leggerezza del cibo affiancato da una prode fanciulla dagli occhi verdi circondati da polvere d’oro ai lati :D.
C’è un tipo, mi sembra che si chiami Antonio INOKI (o Hiroshi Shiba) … pare che tempo fa pilone-rzi-asse: oggi nel suo ruolo c’è di molto meglio e quindi, magro com’è, è costretto a fare il mediano di mischia. Mentre sto parlando con il figo di prima, quello che castiga tutte ed è lì per lì per rivelarmi come funziona, passa Inoki e scatta una foto a tradimento. Non fa altro tutto il giorno. Deve essere uno famoso perché le ragazze fanno tutte le svenevoli con lui, lo abbracciano, lo toccano ecc. i ragazzi lo contemplano come fosse Padre Pio. A me, come l'altra volta, è sembrato proprio un simpaticone.
Mentre sono lì seduto c’è una ragazza che compie gli stessi anni del titolo di un mio post. E’ contenta perché, in una parte importante della vita di ognuno di noi, alla parola determinato si è aggiunto un “in” davanti … e di questi tempi essere “in” è un bel vantaggio. A pensarci bene è l’unica indeterminatezza che si possa apprezzare. E quegli occhi, parliamone!
C’è uno Yeti che ti incanta di parole scuotendo la chioma e utilizzando vocaboli che conosce solo lui e Garzanti: ti fa sentire come un cobra fuori dal cesto, inebetito dal suo intercalare profondo e leggero.
Non volevo scrivere nulla.
E la sintesi è pavloviana: lui è uno che molla un matrimonio per farsi vivo e rendere la giornata migliore.
Ci sono tante foto nel rullino. Ma le altre le faccio riposare nel freezer come buste di spinaci a dadini in attesa di averne bisogno. Come Braccio di Ferro.
C’è stata una partita divertente e divertita ma vera.
C’è la meta di un pilone rosso che non è una foto, è la foto. Sono cose che succedono dalle parti di Bologna.
Ci sono aneddoti che risuoneranno nei mesi a venire.
Ci sono nomi non nominati ma che sono nella testa. Magari lo farò più avanti ma non credo.
E’ sempre difficile descrivere senza scrivere. E un po’ come fare mete senza avere mai il possesso palla. Accade. Ma non a me.

E’ sera. Sto guardando con altri la partita di calcio Ita-Esp.
Sono stravaccato sul divano vicino a Big Dave, uno di quelli che mi accompagna nella vita da quando avevo 6 anni e come al solito ci stiamo popcornando addosso.
Ho solo voluto dare al post un impronta importante e gradevole, per quanto possibile.
Ma dentro di me ripenso, con gli occhi verso al cielo, all’unica domanda che mi ha rivolto Big Dave.
“Eh ... figa?”
Credo di aver sentito una risata argentina provenire dalla cucina …

giovedì 19 giugno 2008

a come am

Uhm… dunque….può significare un sacco cose.
Considerando le alzatacce che sto facendo ultimamente direi anti meridian. Perciò … può essere, why not? un am all’aroma di caffè e con le palpebre a mezz’asta con tutto il resto :P.
Un modo internazionale per pensare a se stessi come ad un giorno che inizia, il sole che nasce, un mattino fresco e fringuellante cip-cip che diventa promessa di mille avventure, cereali/yogurt/muesli/brioche-fumante-da micro-waves che ti aspettano sul tavolo in cucina, blah blah. Certo…come no…
La più ovvia e scontata è che sono le mie iniziali. Ma non sono Alanis Morissette. Qualcuno potrebbe contraddirmi dicendo che in realtà sono RI ma non è il caso di fare sempre i precisini anche se su questo non mi dispiacerebbe essere contraddetto. Trés bien.
Le iniziali dunque … quelle che indossi dalla nascita e che porti con te nella tomba.
Ho inteso che si può cambiare tutto … diciamo tanto… nella vita. Anche il nome e il cognome. Ma non si può cambiare troppo quello che si è. Ecco essere … appunto… I am come io sono.
Non credo che dentro un vero own blog si possa leggere veramente quello che uno è … grazie a Dio, aggiungerei. Forse si può trovare come uno si interpreta, quello che riesce a vedere di se stesso e di quello che lo circonda. Se va bene. Diamine! Uno dice una montagna di fesserie ed è bello che sia così perché almeno può sempre credere di esserlo solo virtualmente … fesso. E non fa male a nessuno.
Ho già esaurito il mio interesse per l'argomento cmq. Non è che me ne freghi poi tanto del motivo di un blog. Ehi! Intendiamoci, per quanto mi riguarda c’ho pensato un po’ all’inizio, ora nemmeno più ci provo.
Viene quel che viene. Però credo che scrivere quello che passa per la mente per quanto terapeutico, scoordinato, irrazionale, commovente, violento, stupido o illuminato, sia comunque un po’ essere se stessi in fondo, no?
Quindi.. sì … am è anche un po’ sono.
Probabilmente ci si dipinge meglio di quello che si è perché spesso si cerca di contestualizzare il proprio lato migliore. Io non so a memoria tutte le canzoni che cito, tutti i film che ho visto, tutti i pasti che ho mangiato, tutte le donne che … (quelle si perché faccio presto) però ricordo tutto ciò che quelle cose hanno rappresentato per me. Forse è un modo per perpetuare ciò che di se stessi si ritiene “freccia verde verso l’alto” , riproponendo l'idea di sè in una cornice che valorizzi il contenuto. Fittier happier more productive.
Ma anche l’abito più bello del mondo, indossato in continuazione, si logora e diventa brutto. E alla fine non sta più tanto bene. Anche perché nel frattempo ingrassi, dimagrisci (mai successo), ti alzi, ti curvi, preferisci colori diversi, c’è caldo, freddo, le unghie che si spezzano continuamente (cit. Vanessa Bet) ecc.
Immutabile nessuno è: ad eccezione del taglio di capelli della Carrà che è eterno come Dio.
Un po’ come la foto che ti finisce sulla patente: ti resta quella faccia sopra questo pieghevole rosetta cotonato per un sacco di tempo.
Tutti a dirti che devi andare dal fotografo perché quello scatto è quasi per sempre :P (rinunciando così all’amato gabbiotto puzzolente della stazione, teatro delle tue più trucide espressioni artistico-fotografiche :P :P).
Ti siedi invece in uno studio su un trespolo di pelle imbottita, con un’espressione che è un misto tra il fatto e l’idiota, sullo sfondo un mega poster da parete orrenderrimo di un mare cristallino ingiallito dalle luci troppo forti e un ombrello bianco aperto (tristezza esponenziale). Flash! Ecco una bella foto che ti rappresenta al meglio.
I tutti di prima, sono gli stessi tutti che poi ti dicono: minkiazza la miseria, non sembri neanche tu! Appunto, mi dico, chi è costui, che ci fa questo tizio sulla mia patente?
Ecco alle volte leggermi mi fa questo effetto.
Un pò come staccarsi il mignolo del piede sinistro e doverlo riconoscere tra mille altri senza chiamare Grissom di CSI.
Perché so che qui dentro c’è veramente un pezzo di me ma non sempre uno riconosce le parti di se stesso se non le vede attaccate a tutto il resto.

Alanis Morissette
Front Row
I'm in the front row.
The front row with popcorn.
I get to see you close up.
Sono in prima fila.
In prima fila col popcorn.
Ti osservo, ti osservo da vicino

am ...è anche sono ... un pò ... come dire ... certo .... coglione.

martedì 17 giugno 2008

sHa-me

Non sempre quello che crediamo di vedere e che riteniamo assolutissimamente vero è esattamente ciò che è o appare agli altri.
E' un'ovvietà che però non dipende dal numero di diottrie ma, suppongo, dalle esperienze della vita.
C'è qualcosa nel percorso tra l'occhio e il cervello che non riesco a mappare, un sotterraneo collegamento che interseca il luogo dove risiedono quelle cose lì ... le cose intraducibili.
Così quello che siamo filtra ciò che viviamo e ciò che viviamo costruisce ciò che siamo.
Bisognerebbe allenarsi a leggere quello che c'è al di fuori di sé evitando l'usuale posizione ma magari buttarsi a terra e girare la testa, spegnere la luce e accendere una torcia per concentrarsi su un pezzo alla volta, salire su una scala e sporgersi dall'ultimo scalino, insomma predisporsi ed aspettare l'inaspettato.
Ognuno interpreta come crede ciò che vede:

così anche ciò che oggettivo è, soggettivo diventa.
Mi sembra di osservare una di quelle disquisizioni da pre-adulto che si facevano d'estate, in compagnia, fuori dal bar chiuso della Rosy passandoci un veliero. Quando io credevo di sapere ma dicevo di non sapere: ora che istituzionalmente dovrei saperne un po’ di più, ahimè, non so proprio niente di niente e sempre meno. Ecco tutto.


Radiohead
Subterranean Homesick Alien
The breath of the morning / I keep forgetting the smell of the warm summer air I live in a town where you can't smell a thing / You watch your feet for cracks in the pavement High up above aliens hover making home movies for the folks back home of all of these weird creatures who lock up their spirits, drill holes in themselves and live for their secrets They're all uptight, uptight ... I wish that they'd swoop down in a country lane late at night when I'm driving Take me onboard their beautiful ship, show me the world as I'd love to see it I'd tell all my friends but they'd never believe me, they'd think that I've finally lost it completely I'd show them the stars and the meaning of life. They'd shut me away but I'd be alright, alright. I'm alright, alright I'm just uptight, uptight ...


Alieno sotterraneo con nostalgia di casa
Continuo a dimenticarmi il respiro della mattina e l'odore dell'aria calda estiva (scusami Paco :D) Vivo in un città dove nulla ha odore. Guardi i tuoi piedi per cercare le crepe nel marciapiede. Sopra di me gironzolano gli alieni, fanno i loro filmini per gli amici a casa su tutte queste strane creature che imprigionano il loro spirito, che scavano buchi dentro se stessi e che vivono per i loro segreti. Sono tutti così tesi, troppo tesi ... Vorrei che si lanciassero in un viottolo di campagna a notte fonda mentre sto guidando.
(Vorrei che) mi portassero sulla loro meravigliosa astronave e mi facessero vedere il mondo come mi piacerebbe vederlo. Ne parlerei ai miei amici ma non mi crederebbero mai .. (anzi) penserebbero che ho completamente perso la testa. Mostrerei loro le stelle e il senso della vita ... mi farebbero internare ma starei bene...Sto bene... bene. Sono solo tanto teso, troppo teso ...

martedì 10 giugno 2008

(H)atu

The Beatles. Salma Hayek. Psichedelia. Martin Luther King. I Want To Hold Your Hand. The Wall. All You Need Is Love. Salma Hayek. Moulin Rouge. Trip. Janis Joplin. Liverpool Docks. Strawberry Fields Forever. Don’t walk On The Grass, Smoke It!. Greenwich Village. Jimi Hendrix. Golf Shaft. I’ve Just Seen A Face. Salma Hayek & Happiness Is A Warm Gun. Viet Nam. Riff. Seventies. Helter Skelter. Riot. Hair. Let It Be. Hey Jude. Salma Hayek. Bono & I Am The Walrus. Sixties. Being For The Benefit Of Mr. Kite!. Colors. Magical Mystery Bus. Statua della Libertà orizzontale. Big Fish. Pop Art. Salma Hayek. 33. Titanic. Make Love Not War. Mtv Videos. Rooftop Singing. Salma Hayek. Joe Cocker & With A Little Help For My Friends. The Beatles.
Across the Universe
Jude – Lucy - Max - Prudence – Sadie – Jojo – Paco – Bono (Dr Robert) – Joe Cocker (Bum/Pimp/Mad Hippie) – Salma Hayek∞ (Bang Bang Shoot Shoot Nurse)


Foraggiate i protagonisti con gli ingredienti citati e di una storia non troppo banale ma a lieto fine, fatevi un funghetto inumidito di Lucy in the Sky with Diamonds, frullate il tutto, fluttuate e filmate. Campari a portata di mano, please. :D.
Ps: Cassa da morto comoda offresi per Salma. "Salmaaaa! ... A da morì!" eheheh :P
Pps: Rugby? Ueh, c’è l’H nel titolo, caßo!(nel senso protettivo del termine)

lunedì 9 giugno 2008

IP

Le giornate ispirate sono come una tazza di cioccolata calda alle 5 del pomeriggio di una fredda giornata di fine gennaio. Paesino di montagna, seduto in un locale tutto rivestito di legno che odora piacevolmente di chiuso, il ghiaccio che si appuntisce sulle gronde delle case, il sole che soffre dell’insensatezza del suo pallore, la spontanea necessità di accartocciarsi dentro al pastrano e di giocare con il vapore che esce dalla bocca.
Una faccia con 2 occhi assonnati che fingono di vedere ma sono avvolti nel domopack del nulla: intravedi le sfumature dello spazio attorno a te e nulla più … l’ampiezza, la prospettiva, la distanza … concetti che sprofondano nella piatta visione del tuo “in-front-of-me”.
Mah, non capisco quando si dice che uno presta attenzione perchè coglie le sfumature .. ;-).
Riprendo in mano le redini del presente mentre arrivano le tazze di cioccolata con i bordi molto spessi. Infilo il cucchiaino al centro e per qualche istante lo osservo mentre piano piano, dolcemente, si piega da una parte e raggiunge il bordo. Densa come budino liquido. Mi guardo attorno mentre gli altri la stanno già assaporando. Qualcuno ci scaglia dentro delle mandorle, altri ci tuffano dentro dei mini-amaretti, altri si specchiano ad occhi chiusi sul laghetto di un brulè rovesciato sul tavolone che smella di chiodi di garofano. Io aspetto un po’ anche se non sono bravo ad aspettare. Lascio che lo sguardo prima vacuo e ora leggermente più a fuoco contempli da sopra quella perfetta macchia scura circondata dal ceramicoso anello bianco della chicchera. Sorseggio la cioccolata senza scottarmi, sorrido perché la sento bella intensa e senza grumi, mi compiaccio di non aver messo niente, neanche lo zucchero, per assaporarla al meglio. E’ l’ultimo momento ispirato che ricordo di una giornata creata apposta per essere indossata come una muta da sub prima di immergersi nel mare del quotidiano.
Prima che … “Eh vecio, che-tà-cagà! Varda che l’è mia quela ciocolata lì!! Ah che ti te ordinà el strudel!” il vicino di spalla mi apostrofi risvegliandosi dal torpore acqueo dei fumi del mio defunto brulè che ha scurito il nostro tavolo di legno grezzo.

Sarà che l’umidità di questi giorni tira fuori l’inside. Sarà che non bevo cioccolata spesso. Sarà che sabato avevo sempre in mano una birra fresca: fuori tutto obscured by clouds mentre dentro un sacco di “bella” gente dalla faccia rubiconda stava bevendo con grassa sobrietà. Sarà che invece io l’alcool un pochino lo sentivo, sarà che mentre mi parlavano vedevo il muoversi delle labbra ma non stavo veramente ascoltando.
Non saprei dire esattamente. Era come se stessi registrando (quel lumino rosso negli occhi … che fosse il led del REC?) : aspettavo che le loro parole smettessero di suonare per un istante, il tempo di fare rewind e di re-interpretare il sentito rendendolo commestibile a me stesso. Forse questa cosa la faccio inconsapevolmente sempre o forse la stavo facendo solo in quel momento.
Comunque sono riuscito a sostenere la discussione, per quanto animata, meglio di quanto stessero facendo in quel momento i vari Louw-Griffen-Kingi in campo. Vabbè alla fine Calvisano se l’è meritata tutta la vittoria anche se un po’ della mia venetitudine gridava sottovuoto ai verdibianchi di darsi da fare. La partita è finita come è giusto che finisse l’italico S10 per quanto mostrato durante l’anno.
Nel frattempo, dall’altra parte del locale, stavo registrando uno che imitava Goosen (ps: mi hai deluso … avevi giocato così bene!) che imitava Totti, … rewind … re-interpretazione … “’Fanculo” come gli è venuto in mente di dirlo in italiano?Why not Afrikaans? ... Cmq non è stata male come partita di rugby italiano. Però non la userei come spot del rugby. La cosa che mi è piaciuta di più è stata la grafica della presentazione delle squadre: xlo- è ciò che ricordo più nitidamente. Mancava solo la musichetta di Beverly Hills 90210 e sarebbe stata perfetta. Poi è stato piacevole tirare abbastanza tardi a sproloquiare su Pacific Nations Cup, Junior World Championship, U20 e di donne in generale.

Penso che sia una bella cosa ricordarsi e riconoscere i momenti in cui ci si è sentiti ispirati. Non sono frequenti e sono spesso preziosi, da apprezzare, anche se si ha la scorza dura e troppi lipidi attorno al cuore e al cervello. Non è nemmeno necessario che portino a qualcosa di concreto. L’importante è saperli identificare come in una sorta di cherry-picking mentale. Questa specie di brividi neurotici ma piacevoli che ti fanno avvertire in maniera tangibile e crudele la sensazione di poter superare te stesso (o almeno di esserlo), di poter fare qualcosa di insolito (ma che ti appartiene), di posizionarsi fuori dal normale (se il normale esiste…).
Credo che sia un po’ come raggiungere il punto G del cervello
(dico credo perché in effetti ne so poco sull’argomento).
Quello che Big Dave, le Lugus’ & me chiamavamo “Inspiration Point” dove everything is illuminated.
Un posto che magari può anche avere un indirizzo dentro ognuno di noi ma per il quale è difficile prevedere un quando.

martedì 3 giugno 2008

24

La principale caratteristica dei week-end lunghi sono le 24 ore in più che si hanno a disposizione rispetto al normale, giusto? Beh, senza chiedermelo più di tanto perché tanto risposte non ho, c’è questa sorta di strana cosciente disillusa illusione che queste 24 ore diventino 48 per non dire quasi 72. Cioè con l’immaginazione si mette il lievito sul weekend, gli si fa prendere un po’ d’aria e si aspetta che si trasformi in una settimana corta. Quindi via libera ad almeno 57 cose da fare proprio in virtù delle 24 ore in più. Ma alla fine a me non sembra che realmente si combini molto di più. Perciò sono arrivato a questa importante conclusione per l’umanità: quello che si fa in un fine settimana lungo lo si può fare anche in un week-end normale …solo che, se proprio fa piacere, lo si può fare più comodamente.

Ibanez ha vinto la Premiership con i suoi compagni Waspies ai danni delle Tigri di Kastro. Nel frattempo il suo collega Dallaglio ha riposto l’ovale scompagnato nell’armadio. Penso che smettere con il rugby giocato sia come smettere di fare l’attore porno. Non ci crede nessuno: hai solo detto stop alle telecamere. Cmq buona fortuna Lawrence. Lui è uno di quelli che si è trovato di fronte ad un bivio veramente tosto senza rendersene conto: farsi una ragazza raccontandosi come un cocainomane abituale e perdere il capitanato della nazionale inglese di rugby oppure lasciar perdere? Io credo che qui sia uscita tutta la sua italianità.
Poi, vediamo … ah ok i Crusaders di MacMucca hanno trionfato per l’ennesima volta nel Super 14 mentre la finale del Super10 sarà tra Calvisano (riprenditi presto Lorenzo) e, un po’ inaspettatamente, il redivivo Treviso.

Chiusa parentesi ()vale.
Avevo in mente un paio di riflessioni ma si sono piegate su se stesse fino a consumarsi e le ho perse di vista del tutto.
Ma perché la canzone di Duffy - Mercy Mercy Mercy che da tempo smartella nelle radio mi ricorda Mustang Sally versione The Commitments?
Niente post intelligente.
Come ha detto uno ieri sera …Mi piace fare l’amore ascoltando la radio ….così vengo con una certa frequenza.
Sono stato in compagnia alla festa del Chievo per la serie A: c’era una bella atmosfera, sana e compiaciuta. Musica gestita da DJ di R105 e un duo veronese neo famoso con un H nel nome che non sai mai dove mettere.
Ma in famiglia eravamo tutti tristi: sabato sera il piccolo vecchio nero Chico ci ha lasciati. Era il volpino della Pomerania più rompicoglioni della storia dei canidi ma mi era simpatico da matti. Aveva 17 anni tutti vissuti per niente pericolosamente gironzolandoci attorno. Adesso riposa vicino alla Lady che è la volpina bianca con la quale era arrivato per sbaglio da queste parti. Credo che ogni cane vorrebbe aver vissuto la vita di Chico. Perciò non c’è motivo di essere tristi. Ma non è che uno si comporti sempre secondo logica.
La cosa "buffa" di quando uno muore (è un animale ma il concetto non cambia) è che si dice: “Sai com’è, è la vita!”.
Così alla fine mi viene da pensare che forse i week-end lunghi non abbiano solo 24 ore in più.

“You got me begging you for mercy, mercy, mercy, why won’t you release me, I’m begging you for mercy….”