giovedì 19 giugno 2008

a come am

Uhm… dunque….può significare un sacco cose.
Considerando le alzatacce che sto facendo ultimamente direi anti meridian. Perciò … può essere, why not? un am all’aroma di caffè e con le palpebre a mezz’asta con tutto il resto :P.
Un modo internazionale per pensare a se stessi come ad un giorno che inizia, il sole che nasce, un mattino fresco e fringuellante cip-cip che diventa promessa di mille avventure, cereali/yogurt/muesli/brioche-fumante-da micro-waves che ti aspettano sul tavolo in cucina, blah blah. Certo…come no…
La più ovvia e scontata è che sono le mie iniziali. Ma non sono Alanis Morissette. Qualcuno potrebbe contraddirmi dicendo che in realtà sono RI ma non è il caso di fare sempre i precisini anche se su questo non mi dispiacerebbe essere contraddetto. Trés bien.
Le iniziali dunque … quelle che indossi dalla nascita e che porti con te nella tomba.
Ho inteso che si può cambiare tutto … diciamo tanto… nella vita. Anche il nome e il cognome. Ma non si può cambiare troppo quello che si è. Ecco essere … appunto… I am come io sono.
Non credo che dentro un vero own blog si possa leggere veramente quello che uno è … grazie a Dio, aggiungerei. Forse si può trovare come uno si interpreta, quello che riesce a vedere di se stesso e di quello che lo circonda. Se va bene. Diamine! Uno dice una montagna di fesserie ed è bello che sia così perché almeno può sempre credere di esserlo solo virtualmente … fesso. E non fa male a nessuno.
Ho già esaurito il mio interesse per l'argomento cmq. Non è che me ne freghi poi tanto del motivo di un blog. Ehi! Intendiamoci, per quanto mi riguarda c’ho pensato un po’ all’inizio, ora nemmeno più ci provo.
Viene quel che viene. Però credo che scrivere quello che passa per la mente per quanto terapeutico, scoordinato, irrazionale, commovente, violento, stupido o illuminato, sia comunque un po’ essere se stessi in fondo, no?
Quindi.. sì … am è anche un po’ sono.
Probabilmente ci si dipinge meglio di quello che si è perché spesso si cerca di contestualizzare il proprio lato migliore. Io non so a memoria tutte le canzoni che cito, tutti i film che ho visto, tutti i pasti che ho mangiato, tutte le donne che … (quelle si perché faccio presto) però ricordo tutto ciò che quelle cose hanno rappresentato per me. Forse è un modo per perpetuare ciò che di se stessi si ritiene “freccia verde verso l’alto” , riproponendo l'idea di sè in una cornice che valorizzi il contenuto. Fittier happier more productive.
Ma anche l’abito più bello del mondo, indossato in continuazione, si logora e diventa brutto. E alla fine non sta più tanto bene. Anche perché nel frattempo ingrassi, dimagrisci (mai successo), ti alzi, ti curvi, preferisci colori diversi, c’è caldo, freddo, le unghie che si spezzano continuamente (cit. Vanessa Bet) ecc.
Immutabile nessuno è: ad eccezione del taglio di capelli della Carrà che è eterno come Dio.
Un po’ come la foto che ti finisce sulla patente: ti resta quella faccia sopra questo pieghevole rosetta cotonato per un sacco di tempo.
Tutti a dirti che devi andare dal fotografo perché quello scatto è quasi per sempre :P (rinunciando così all’amato gabbiotto puzzolente della stazione, teatro delle tue più trucide espressioni artistico-fotografiche :P :P).
Ti siedi invece in uno studio su un trespolo di pelle imbottita, con un’espressione che è un misto tra il fatto e l’idiota, sullo sfondo un mega poster da parete orrenderrimo di un mare cristallino ingiallito dalle luci troppo forti e un ombrello bianco aperto (tristezza esponenziale). Flash! Ecco una bella foto che ti rappresenta al meglio.
I tutti di prima, sono gli stessi tutti che poi ti dicono: minkiazza la miseria, non sembri neanche tu! Appunto, mi dico, chi è costui, che ci fa questo tizio sulla mia patente?
Ecco alle volte leggermi mi fa questo effetto.
Un pò come staccarsi il mignolo del piede sinistro e doverlo riconoscere tra mille altri senza chiamare Grissom di CSI.
Perché so che qui dentro c’è veramente un pezzo di me ma non sempre uno riconosce le parti di se stesso se non le vede attaccate a tutto il resto.

Alanis Morissette
Front Row
I'm in the front row.
The front row with popcorn.
I get to see you close up.
Sono in prima fila.
In prima fila col popcorn.
Ti osservo, ti osservo da vicino

am ...è anche sono ... un pò ... come dire ... certo .... coglione.

1 commento:

Anonimo ha detto...

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