giovedì 26 febbraio 2009

no TIME on the horizon

Avrei voglia di scrivere un pò di cose che mi sono successe nell'ultimo mesetto ma ormai arrivo a casa la sera che sono già pronto per il lettuccio (:P) o al massimo al telecomando o, ma solo se prendo le vitamine, a clikkare su Fb.
Cmq sia, spendo 2 parole sull'ultimo degli U2.
Non è che avessi delle grandi aspettative dopo avere indossato i miei stivali. Così come non si è preteso (credo) da Michelangelo la "magnificenza" della Sistina Chapel in ogni sua opera successiva, di robettine belline belline ne ha fatte anche dopo ... Ecco, non cerco più da tempo in Bono Vox e Co. la corposa musicalità di "Achtung Baby" o l'epicità di "The Joshua Tree" (e l'ancor di più indimenticabile indimenticabilità di "The Unforgettable Fire" - giusto per ribadire il concetto). Forse anche le mie orecchie nel frattempo sono cambiate. Tuttavia gli irish non mi hanno mai deluso. I loro ultimi dischi non erano capolavori ma li ho apprezzati nel tempo. Forse accadrà così anche per questo che mi sembra meno delineato dei precedenti. Ci sono le ballatone uoooouooooo che vanno sempre bene nei concerti (Unknow Caller), alcuni pezzi molto molto buoni (Moment of Surrender) e altri meno. Non che abbia importanza ma ... gli U2 rimangono, al di là delle vecchie pietre, il più grande gruppo rock in attività. Non ce ne saranno altri di queste dimensioni.
Mai più.
Ennesima meta dell'Irlanda.

1 commento:

Sonic Young ha detto...

Sono daccordo, in parte.

Il problema è che quando un'artista fa qualcosa di straordinario, nel proseguire, quel qualcosa viene continuamente paragonato agli altri lavori.
E se la distanza è tanta...
Non ce n'è di cazzi:
deludi!