venerdì 5 dicembre 2008

All Black

Mi piacerebbe poter scrivere qualcosa di divertente oggi e rendere lieta la lettura in primis al sottoscritto. Però solitamente quando sono proprio felice-felice non è che mi venga naturale scrivere. E se per caso arriva una fugace ispirazione, interviene subitanea una naturale e irriducibile ritrosia che frena il tutto … come a dire: “Ehi se butto giù qualcosa del tipo – Well, I’m happy - come minimo mi arriva addosso una rogna”. So che è sbagliato tutto questo. Non c’è bisogno in effetti di essere ‘sto granché intelligenti per capirlo. Tuttavia e' importante saper riconoscere i momenti sereni / felici dell'esistenza ... Credo sia un po’ come installare dei lampioni (accesi) nel proprio percorso. Sono indispensabili per indicare la strada lasciata alle spalle quando si fa buio e ci si volta indietro (all back). E si rimane lì, un pò in sospeso come la piuma di Forrest Gump, incerti e titubanti su quello che ci sta davanti come di fronte ad un babà mentre si è in dieta. Ma sentiamo che ci serve un appiglio-ok nel passato che ci dia conforto. Un modo per sottolineare i motivi per cui vale la pena camminare ancora quando la vita, in un modo o nell’altro, ci porta a smarrire la strada (che poi …chi la conosce la strada?).
Errare può voler dire sbagliare ma anche andare per il mondo senza meta. Forse non è del tutto casuale.
Anche se girovagare per il mondo senza meta non è per niente sbagliato. A meno che non ci si trovi in un campo di rugby :) . Eppure è buffo: meta si dice try che vuol dire provare. E a tentare di fare una cosa talvolta … ehm … spesso … si sbaglia.
Sì … capisco … indubbiamente sto dicendo delle minkiate ... ma sono vere per me.

Ieri gli All Blacks erano a Milano per fare un po’ di Adidas marketing con la squadra di calcio del Milan.
All Black. E’ un qualcosa di bello in ambito rugbystico.

Blacks poi è un termine che mi identifica particolarmente :P.
Ma a dirla tutta … all black … può voler dire anche tutto nero nel senso che non c’è niente che va per il verso giusto. E quindi si ritorna al dualismo che spesso permea il significato delle parole.
E le parole, alle volte, non sembrano servire proprio a niente.
Penso che non ci sia mai un tempo in cui tutto è veramente all black ma che ci siano solo differenti tonalità di grigio come credo di aver già scritto in passato. Eppure ci sono delle frazioni della vita in cui si vede solo all black perché la mente, il cuore, tutto di sé, non recepiscono nemmeno il concetto astratto di bianco!
E allora si è circondati, soffocati, sommersi dal nero.
Ecco, solo un piccolo inutile pensiero ad un caro amico che in questo momento immagino
veda ovunque all black.
Non che si possa veramente farti rialzare da terra senza il tuo aiuto. Ma nemmeno all by yourself.
Perciò porgo la mano e faccio leva.
Se puoi, asciugati le lacrime, guardati bene allo specchio e osservati attentamente:
non è tutto all black … Tu sei All Black.
E non in un campo di rugby.
Ma nella vita.

E trascina fuori dai tuoi 22 anche i tuoi cari.
Hanno bisogno di te ora più che mai.
Un abbraccio.
(pic: "Sportmanship" by Eugene Smalberger, Bali Tens, October 2007 )

2 commenti:

Radagast ha detto...

sai qual'è l'amara ironia di tutto ciò?...io, mentre mio padre stava chiudendo la sua esperienza, ero là..con 75 bambini scatenati ero davanti a Rokokoko e McCaw. Con mio figlio che cercava di farsi firmare il 7 da quello spaurito ragazzotto.
R

Max_am ha detto...

Penso che sia stato un bel modo per salutarlo.