lunedì 15 dicembre 2008

Ben ... ti sta

Non credo di essere un grande osservatore.
Colgo ogni tanto un particolare, un fugace dettaglio al max, ma nella maggior parte dei casi mi sfugge il senso del contesto o perlomeno di quello che dovrei ritenere tale.
Immagino sia quella cosa del puntino nero sul foglio bianco e del “cosa vedi?” – "Vedo un puntino nero".
Ecchediamine! Mica sono cieco …
Tuttavia, mi dicono, la risposta giusta è:
“Vedo un grande foglio bianco”.
Personalmente trovo che questa sia una baggianata, per usare un eufemismo disneyano, in quanto credo che non ci sia una risposta giusta. Uno vede ciò che vede e non ciò che dovrebbe vedere. Al di là dei giochini ottici fatti apposta per ingannare.
Se di fronte ad un quadro di Fontana commentassi con un "Ohibò, vedo una grande tela blu", evitando di soffermarmi su quello stupido, inutile, insignificante e slabbrato taglio centrale … Sarebbe giusto o scorretto?
O come il pollice contro la Luna. Quando ponendo il ditone nella notte su di lei, piena o diana che sia, si socchiude l’occhio non di puntamento. Si ammira la "salamella" con l'unghia smangiucchiata contornata dall'aureola di luce pallida mentre sfugge l’immensità di ciò che sta dietro.
La placida, confortante e luminosa principessa delle maree e dei cicli.
E' solo un modo come un altro per affermare la necessità di andare oltre le apparenze ma anche di osservarle. Non è che dietro al davanti ci sia sempre qualcosa da scoprire. E spesso non c’è niente di diverso. Quello che si vede, è. Per carità nessuna volontà filosofica. Anche se nutro un sincero interesse, pur non sempre corrisposto, per il fine delle dottrine filosofiche (:D).
Sento che si sta avvicinando il Natale.
Non dipende certo dalle lucette colorate, dalle musichette din-don-dan dei supermercati, dalla neve finta che cade nelle vetrine dei negozi, dagli alberi con le palle, dalla stella in piazza Brà con gli epigoni in Arena, dal pandoro e dal panettone …
Sento che si avvicina il Natale.
Non è che lo faccia lentamente. Arriva come una palla di neve lanciata forte, da dietro, sulla nuca, a tradimento anche se in realtà non lo è. Un gomitolo ghiacciato di stress che dopo averti cozzato addosso, s’infrange, si divide in tanti ruscelli alpini, che scivolano per la schiena come lumache congelate appena tolte dal freezer. Freddo come il tempo quando il tempo è freddo - come direbbe Prevert.
Il Natale non mi arriva più gioioso come anni fa. E mi dispiace un sacco.
Per fortuna che ci sono i nipotini con cui ritrovare le sincere emozioni natalizie ma non è mai come viverle in prima persona. Arrivano come una luce riflessa: questi pupetti rumorosi sono come uno specchio che rimanda e suggerisce la pace e la serenità del presepe e dell'albero addobbato.
Il Natale non è mai stato un momento infelice, per quanto ....
Non lo sarà nemmeno nel 2008.
Ma non è più come dovrebbe essere e come lo è stato per tanto tempo.
Il vedere gente, il mangiare alla grande, il giocare in compagnia, il parlare di tutto e di più.
C’è ancora formalmente tutto questo ma è come se fosse immerso in un liquido lattiginoso dove occorre sapersi giostrare con una diplomazia che non mi appartiene.
Non è solo una questione … come dire…di forma.
E’ il fatto che per non rovinare un’atmosfera un po’ falsetta e che puzza d’ipocrisia, arriva lo stress del "dire ma, posso?" Solo che non è come all’Upim che basta guardare la targhetta del prezzo e ti regoli di conseguenza…
Con le persone è più complicato.
Allora anche potendo essere del tutto se stessi e dire ciò che si pensa senza cattiveria, si finisce col glissare e fare domande idiote sulla salute del ficus benjamin che ci si è regalati l’anno prima. Che poi l’unico Benjamin che mi interessa minimamente è Kayser. Ora cosa si celi dietro questa mia innata simpatia nei confronti dei tallonatori francesi proprio non saprei dire. Forse non conoscendo il francese non capisco niente di quello che dicono nelle interviste che immagino ricche di argomentazioni intelligenti. O forse perchè non mi interessano le loro parole e valuto solo dai fatti. Che poi è quello che si vede. Che poi è quello che un po’ si è.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

anch'io faccio sempre un po' fatica a sentire la magia del natale. Forse l'unica soluzione è (ma magari dico una semata) cercare di evitare, quando possibile, i ritrovi con ottomila parenti e cercare di passare le feste solo con le persone più intime, magari con una sola. E così forse lo spirito natalizio non fuggirà e rimarrà (o ritornerà) quello di un tempo

Anonimo ha detto...

questo post mi piace talmente tanto che non ho nulla da dire...
:D

Max_am ha detto...

@ 4^Xmas'Spirit: L'intimità nella mia famiglia corrisponde a circa .... 8.000 parenti :)
Proverò cmq a seguire il tuo consiglio.
@ Stelllyna: :X:X:X