venerdì 4 luglio 2008

Tracy

Se va come credo, questo post verrà reso disponibile quando Obama (tanto non è più in corsa Mrs “tradita con soffoco”, vero?) sarà già presidente degli USA e McCain, dalla disperazione, diventerà utente di un forum di rugby italiano (verrà bannato subito dopo su insistenza del presidente del circolo degli Estensi, irritato da un nick così provocatorio nei suoi confronti).
Qualche giorno fa, mentre stavo cercando le mie matite colorate Faber-Castell con impugnatura ergonomica a pallini grigi antiscivolo - ideali per sottolineare i punti salienti delle circolari aziendali e rendere più vivace un' improbabile seconda lettura, mi sono imbattuto in una dozzina di vecchie e consunte musicassette dimenticate in una scatola cartonata blu cobalto sull’ultimo ripiano della libreria dietro la fila de “I miti” Mondadori. Credo sia rimasta lì immobile da quando sono sposato: dormiva di lato in quell’angolo nascosto in alto dove arriva giusto l’aspirapolvere con l’allungo a curvatura (e non ci arriva nemmeno benissimo a dirla tutta). Tra questi reperti (alcuni così antichi che mi vergogno solo a ricordarli …) ho ritrovato una mia vecchia amica che tanta compagnia mi fece negli anni della ribellione post scoperta “Ehi, tu laggiù lo sai che mi stai simpatico ma mi fai fare delle cose senza senso?”. No. Non è l’ansimata registrazione di una prestazione professionistica di una delle ragazze della statale 11 Verona - Peschiera del Garda ma la cara Tracy Chapman e la sua “Talkin’ bout the Revolution”. Non voglio parlare del disco, che è un concentrato di emozioni allo stato puro, ma di almeno un paio di canzoni devo. Una, “For My Lover”, alla quale sono legato per un “ricordo” epico … lo dico … non lo dico … lo dico. Niente di squisitamente romantico al di là del titolo, anzi, è proprio da faccina con lingua fuori di lato. Ero con la solita compagnia di matti (si è un pò sfoltita onestamente) che mi era venuta a trovare ad Alessandria: era inizio estate, faceva un caldo fotonico, eravamo allegri e ubriachi ma anche molto carichi … vabbè … insomma per non so quale penitenza e/o scommessa ci siamo ritrovati saltando giù dai letti in P.zza Divina Provvidenza (fuori dall’appartamento / comune in cui vivevo) vestiti di sola … insomma avvolti come mummie nella carta igienica a cantare “Everyday I'm psychoanalyzed, 4 my lover 4 my lover, they dope me up and I tell them lies 4 my lover 4 my lover”. Qualche settimana più tardi sarei ritornato a Verona.
La seconda invece, mi è arrivata addosso come una telefonata di qualcuno che non sai più chi sia, dove ora pascoli la sua esistenza con il suo gregge di emozioni e cosa faccia per non morire. Un qualcuno però che ti parla come se tutta la tua vita, nel frattempo, fosse stata filmata dalle telecamere invisibili di una stazione TV e costui fosse sempre sintonizzato sul tuo personale Truman Show. Non è una song che ascolto volentieri perché ti costringe sempre a pensare alle cose che hai interrotto senza motivo, alle decisioni che non hai ancora preso e che sono inutilmente (e tristemente) in sospeso come un calzino spaiato nel cesto dei panni sporchi e in generale a tutte le volte in cui era meglio mettere la prima ridotta ma non la retromarcia. Non intendo quella retromarcia, dannati ninfomani.
“If not now… “ . Già, se non ora, se non oggi, quando? Ascoltarla mette un po’ in crisi come incontrare un vecchio compagno di classe che ti racconta il suo ultimo viaggio di lavoro in Indonesia mentre parcheggia l’Audi A6 aziendale e ti invita a mangiare al ristorante del signor Rana. Hai voglia ... a ricordarti che ce l’ha corto come la pen drive che ha in mano con le foto delle sue solitarie vacanze a Zanzibar. Resta il fatto che quando era nel nido sull’albero anziché passeggiare su e giù per il ramo guardando speranzoso cosa ci fosse in alto e titubante quello che stava a terra aspettando di non far male a nessuno e di avere l’approvazione del mondo, ... lui si è lanciato. Beh non tutti, nel circo che è la vita, hanno la rete familiare ad attutire le cadute, però….
Detto questo, considerando che non scriverò più un post dal titolo Tracy, mi viene spontaneo ricordare almeno … Tracy Lords ... no ... quella di certo se la ricorda Ghe e tutti i discepoli dell’asta mai a mezz’asta.
Ricordo Tracy Spencer.
No. Non Spencer Tracy l’indimenticabile attore, compagno di set di Katharine Hepburn … la cui cattolicissima fede impedì il consumarsi di quella che potenzialmente sarebbe stata la più grande storia d’amore della vecchia Hollywood (Monroe & JFK permettendo) .
Parlo della cantante dell’epoca d’oro della scuderia di Cecchetto, quella che con il suo “Run, run, run to me” … miiii se ci penso... E’ il primo VIP che ho conosciuto, nel senso che ci ho pure parlato assieme: avevo la lingua impastata dall’emozione e in mezzo alle gambe - a forza di run run run to me avevo runnato anzitempo mi sa - avevo una specie di Labello alla vaniglia. Ero insieme al mio amico Emilio che aveva avuto non so come il pass dal padre in forza alla base NATO di VR: ero quindi comodamente seduto di fronte al palco in mezzo alle forze dell’ordine per questa manifestazione musicale chiamata BAM (Buon Anno Musica). Perciò personaggi tipo Den “Catch the Fox” Harrow, Baltimora, Gazebo, Sandy "Camel by Camel" Marton, The Creatures, ecc. una tristezza infinita a ben vedere ma … Ehi, Mate! Erano i favolosi Eighties e sistemati quella spallina, cog**one!
Tracy fu molto gentile e disponibile: non era tanto alta ma era veramente bellissima come lo erano le ragazze tipo “Fame – I wanna live forever”. Profumava di acqua di rose e io non capivo dove avesse lasciato i suoi scaldamuscoli gialli. La baciai 3 volte sulle guance e le dissi che era stupenda. So che ora fa la casalinga in non so quale sobborgo di Londra ma credo che mi resterà per sempre la freschezza calda di quei bacetti innocenti. Emilio era troppo timido: si limitò a stringere la mano. Ora fa il commercialista. E’ uno di quelli ancora sull’albero che fanno il solco su e giù per il ramo.
Beh, visto dove sono andato a parare, posso anche dire che quella scatola conteneva una cassetta che farà inorridire i cultori di BixBeider & so on ma che a quei tempi devastò il mondo della musica. Fu una specie di ciclone che contaminò per sempre, almeno per come la vedo io, il business music. Il titolo? Mixage. A cui ne seguirono non so quanti dopo … Era l’era delle contaminazioni, delle canzoni che non finivano fintantoché non ne iniziava un’altra e i DJ divennero gli Dei dell’Olimpo delle 7 note. Partì la caccia alla consolle più prestigiosa e alla disco più trendy.
Sono andato lungo ma solo perché questo post è rimasto un po’ if-not-now-never e allora …
In realtà nella mia testa ero partito con il voler raccontare un concerto in una bellissima magione di campagna, in un luogo posto tra il mio paese e Custoza, quella famosa per la battaglia ma soprattutto per il noto vino bianco. In questa valle, intersecata da un lungo viale di cipressi non ammalati e dove ogni tanto girano anche degli spot per automobili, si erge verso la collina questa corte ristrutturata. Su un lato c’è un boschetto, blu quanto è fresco, mentre dall’altro l’immensa villa che si allunga e abbraccia in un quadrato di edifici a schiera un prato inglese coltivato a cuscino … nel senso che l’erba è tanto gonfia e morbida che la prima cosa che ti viene da fare e prendere la tovaglia da pic-nic e usarla come copertina mentre ti appisoli sull’erba. All’interno di questa cornice contemporaneamente agreste e suntuosa, con questo scalone imperiale al centro di un bucolico contesto, ho assistito al concerto di un veronese che si piazza al 3° posto, come fama, nell’ambito della musica leggera. I primi sono loro, quelli dell’H volante, poi ci sta Spagna e alla fine arriva lui, Massimo. Massimo Bubola. Ora, è chiaro che parlare di lui senza nominare De Andrè e la Mannoia è come parlare di Bernie Taupin senza nominare Elton John, però non è il genere di musica che ascolto e non sapendo una benemerita fava di tutto ciò, salto a piè pari in avanti. Diciamo che lei ha preso l’iniziativa e io mi sono ritrovato davanti a questo palco guardando il cielo e credendo che fosse quello d’Irlanda. Alla fine è stata una bella esperienza. E lui, persona alquanto deliziosa, è molto tipo “leggo Dostojevsky a colazione”. Cioè è dotto, colto, usa le parole corrette e le sue frasi sono molto tailor made. Tuttavia, anche se io ho già difficoltà a scrivere Dostojevsky e consumo la colazione davanti a “Family Matters” alla TV oppure sfogliando "Lameta" versione nuova bella ma con un font dei tempi della camicie nere, non significa che non possa essere delizioso. Magari non proprio delizioso ma almeno saporito.
Adesso mi bagno la punta delle dita per vedere dove tira il vento e poi … yepa … mi librerò lontano da questo cazzo di ramo (qualcun altro, granata dressed, che ha stravinto il concorso come futuro mediano d’apertura della Nazionale Italiana tenterà, interpretando il vento, di piazzare l’ennesimo drop). Sto scherzando. Finché non mi assicurano che questo elastico è tarato sul mio peso non faccio bungee suicide jumping.
Ho un ramo da presidiare.

6 commenti:

Orso ha detto...

C'è posto anche per me? Almeno cambio ramo... ;)

Billie MacGowan ha detto...

da togliere il fiato :)
massimo bubola occupa una bella parte del mio lettore mp3, sai? e lui lui, non sotto le spoglie di de andrè!

"mi hai tolto il sonno alle chitarre
e ora piangono continuamente"

Anonimo ha detto...

che ricordo la Tracy Chapman nera tutta nera sul fondale nero del palco del concerto di Amnesty a Torino... lei, la sua voce, la sua chitarra e il silenzio del vecchio Comunale ipnotizzato a sentirla.

Anonimo ha detto...

effettivamente un paio di calli li ho per colpa di traci lords!! ciao8===D

Max_am ha detto...

@Brò: certo però uno dei due deve mettersi in dieta ... faccio io visto che mi devi alzare? :D
@Billie: Te l'ho già detto che sei più vecchio di me, vero? :D
@Pulici: Non mi dire che c'eri anche tu quando Baglioni è stato preso a pomodorate, vero? C'erano anche Sting, Peter Gabriel, Bruce Springsteen e Youssou’ N’ Dour (allora pure io ero sempre e immotivatamente dour :P)
@ 8====D: ne ero sicuro come dell'aria che respiro... :D

Anonimo ha detto...

eccerto che c'ero... pomodoro rulezza