lunedì 22 giugno 2009

The box jellyfish

Un ginocchio che non funziona del tutto è come uno di quei passeggini tradizionali per bambini con una ruota bloccata nel verso sbagliato o rotta o addirittura assente. Parlo dei classici a 4 rotelline. Ci stanno pure quelli moderni e ggiovani a 3 ruote giganti che mi dicono funzionare meglio sullo sterrato, nella sabbia o con fondo paludoso e hanno una specie di servosterzo incorporato. Ma mi sto riferendo proprio a quelli con le ruotine piccole che si infognano in ogni buca e che insegnano alle mamme tutte le bestemmie del mondo quando scarrozzano i loro pargoli sui sanpietrini del centro. Comunque, ciò che volevo dire, è che la carrozzina a 4 ruote quando ne ha una non funzionante va avanti lo stesso. Si può spingere, girare, tirare, anche riempire di bambini e di borse della spesa se è proprio necessario. Certo è importante distribuire bene il peso come quando si carica la roulotte prima di partire per le vacanze. Avanti: magari un po’ traballando, come un diesel non riscaldato che non si ferma se non per riprendere fiato. Ecco la sensazione è un po’ quella: posso fare tutto ma quel tutto lo faccio un po’ male, un po’ claudicante, un po’ in ritardo e un po’ sofferente. Per contro sto attraversando un periodo in cui tutto sommato non mi dispiace sudare … in the end, ogni male, dal più intenso al meno sentito, ha sempre un side in qualche modo positivo … c’è sempre un lato giusto anche nella moneta sbagliata, c’è sempre una mano che dà, dietro quella che toglie … Beh, sul dolore, vediamo …ecco sul mal di denti, riflettendoci bene, potrei avere delle riserve. In any case, smile and keep strong.
Tornando dal lavoro, in questo periodo di leggera semi-infermità fisica (per quella mentale parlare di periodo è voler usare un eufemismo), ho meno “voglia” di uscire anzi … non vedo l’ora che qualcuna mi dia una borsa di ghiaccio da mettere sotto l’incavo del ginocchio sinistro, che mi scarti il ghiacciolo alla amarena-menta-limone-cola che sia, mentre allungo il resto di me sul divano di fronte alla 34’. Per inciso: ho fatto una scoperta sensazionale. Non riesco a tirare bella dritta la gamba perché il ginocchio raddrizzato non raggiunge i 180° d’angolo ma si ferma prima, che ne so, a 140° … L’ideale è infilarci sotto un cuscino imburrato di cristalli di ghiaccio. Lei fa sparire tutti i cuscini perché “non puoi macchiare il divano” (che cazzo abbiamo preso quel rivestimento proprio perché lavabile, sfoderabile e tutto il resto??? Umpf!) e immagino già quando si trasformerà nella mamma di Tony Soprano e metterà la plastica sul divano. Ora, la mia attenzione è stata catalizzata dal copriletto/piumino primaverile che avevo ritirato dalla pulitura qualche settimana fa. Evitando di soffermarmi sul colore rosso bordeaux fingerato di linee blu di Prussia irregolari, ho capito che essendo il tutto ben incellophanato e chiuso ermeticamente, poteva trasformarsi in qualcosa di utile prima della prossima primavera. Un morbido e paffuto cuscino idrorepellente, morbido e che è veramente fittier con il mio angolo ginocchiesco a 140° d’ampiezza. Direi: una di quelle cose non cambiano la vita ma la rende un po’ meno complicata.
Quando la mobilità è messa un po’, come dire, in discussione, sicuramente rimangono poche cose potenzialmente interessanti da fare: dormire, navigare, guardare film, TV, leggere. Ok ce ne saranno altre ma queste sono le prime opzioni che mi sovvengono. Leggere è bello ma è un po’ isolazionista. E’ ok per una serata ma soprattutto lo puoi far prima di addormentarti a letto. TV: ok se c’è qualcosa di interessante … i canali 200 e qualcosa in qs periodo non sono male tra Lions in tournee, test match vari, Irb Nations cup, l’under, confederation cup ecc. al limite c’è sempre l’ancora di salvezza dei 400 e rotti. Lì c’è sempre qualcosa di interessante. Ma non basta. Allora Blockbuster e che non se ne parli più. E i canali 300 e qualcosa? Beh li sto stupidamente boicottando … perché per disdire Sky cinema devi avere la firma di Gordon Brown, l’avvallo di Sarkozy e una raccomandazione della Merkel mentre per sottoscriverlo puoi farlo anche parlando al telefono con una voce elettronica che ti dice:’”digiti 1”?. Sabato all’alba, quando sono tornato da un finto allenamento che era solo la scusa per mangiare risotto al tastasal e fare un po’ di baldoria da seduto con la squadra, pur essendo a little insane, non avevo sonno. Lei mi ha portato comunque il ghiacciolo anche se erano le 3 del mattino. Mi ha invitato con perentoria dolcezza di trattenermi sul divano ancora un po’ perché, della serie con l’andazzo che hai, è meglio che mi addormenti prima io invece che ascoltarti mentre ti addormenti tu.
Allora decido di metter su un movie. Uno di quelli “novità 2 film per 3 serate a 5 euro”. Si intitola “Seven Pounds” ovvero “Sette Anime” ma non capisco … non vuol dire sette sterline? Perché non 7 Souls? Vabbè il mio inglese è come il mio ginocchio. Latente ed imballato. Era da un bel po’ che non vedevo un film inaspettatamente coinvolgente. L’argomento è tosto e mi tocca un po’ disgraziatamente da vicino anche se non direttamente. Sicuramente questo qualcosa influenza il mio giudizio.. Regia di Muccino per il quale non mi sono mai strappato i capelli dall’entusiasmo. In questo caso ha fatto un ottimo lavoro. Mi piace che riprenda spesso il protagonista dalla nuca per darci sempre la sua prospettiva, mi piace che sfuochi l’immagine quando deve e che non calchi la mano nei particolari più strazianti. Spesso rimane un po’ distante e fuori asse come per documentare ma non spiegare, per far vedere ma senza essere visti, per contemplare senza invadere. In “The Pursuit Of Happyness” m’era piaciuto per quanto fosse stato più diligente che bravo. Ho simpatia di un italiano che sfonda ad Hollywood. Un po’ come per Scalia al montaggio, la Lo Schiavo con Ferretti nelle scenografie e Morricone nelle colonne sonore. A proposito di quest’ultimo: sono rimasto davvero sorpreso nel constatare che una delle musiche principali di 7P sia il main theme del film “La Leggenda del Pianista Sull’Oceano” che dal punto di vista musicale è un capolavoro (per me la sua migliore OST con “C’era Una Volta In America” anche se ne ha composte dozzine di eccezionali).
L’attore principale è Will Smith che apprezzo da sempre. Provo per lui una naturale simpatia. E’ un attore interessante sin da quando faceva lo stupido di Bel-Air . Me lo ricordo in “6 Gradi di Separazione”, o nella fanta-catastrofo-americanata di “Independence Day”, i 2 MIB, in “Ali”, in “Hitch”, vabbè ne ha fatti un casino … però è sempre particolare, mai scontato e non è di quelli tutti impostati (bravissimi per carità) alla Actor’s Studio e il Metodo, per capirsi.
L’attrice principale è Rosario Dawson che oltre ad essere una ragazza bellissima (di quella bellezza che te lo fa rizzare, per capirsi) ..ha questo nome così … insomma era destinata a recitare e ad essere recitata anche se non in chiesa. Ha una parte veramente forte e mi sembra strano che non se la sia accalappiata qualcuna tipo la Cruz, la Roberts, la Theron o la Jolie.
Il film è particolare: c’è tanta tristezza ma anche tanta speranza. C’è una sciagura. C’è un uomo con la sua colpa infinita. Una donna picchiata dal convivente. Un cane cavallo vegetariano. Una villa sull’oceano. Un allenatore di una squadra di latino americani di hockey sul ghiaccio e in dialisi. Un fratello con gli occhi azzurri. Un cieco pianista. Un’assistente sociale riconoscente. Una stampatrice di biglietti d’auguri dal cuore debole. Una cubo medusa. Un bambino leucemico. Una vecchia che vuole dignità ma che ha scelto il silenzio. Un ingegnere di navi spaziali. Un esattore del fisco. Ci sono un sacco di bei momenti o perlomeno che mi hanno colpito con una certa perentorietà. O forse è solo che ero pieno. Alla fine però eravamo in due sul divano il mattino dopo e il ghiaccio era proprio sciolto. Ma non ho sporcato il divano.
Telefonata iniziale del film prima del titolo:
911 Emergency
I need an ambulance
I have you at 9212 Third Street in Los Angeles
Yes, room number 2
What’s the emergency?
There’s been a suicide
Who’s the victim?
I am

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