mercoledì 17 giugno 2009

'Soga' da celtic

La cosa ha funzionato più o meno così.
Un triangolare con partite da 40 minuti, giocate a partire dalle ore 10.30 sotto un sole cocente. Un caldo afoso senza vento. Avevo i miraggi di solitari tumbleweed rotolanti in lontananza. In compenso il campo era proprio d’erba verde (non ci sono per niente abituato). Dopo tale pazzia che ci ha resi un po’ tutti vicini alla consistenza di un peperone rosso tagliato fine e scottato sulla padella antiaderente con un filo d’olio extravergine, dicevo, ci si è finalmente ritrovati a pasteggiare con ‘lo stracotto de caval’. Dunque e direi pure quantunque, io non ho mai voluto mangiare carne di cavallo. Una scelta, per certi versi insulsa come fare i fioretti dopo aver peccato, dettata semplicemente dal fatto che per me i cavalli sono degli animali troppo speciali. Non esiste mangiare il cavallo. Te majo te piuttosto! C’è una macelleria di carne equina fantastica (così dicono) a 2 passi da casa mia. Vengono addirittura da fuori provincia. Beh, se dipendesse da me sarebbe già fallita da un pezzo. Ma come ho già detto … è successo. Spero che Furia, il cavallo del West, nonché mio idolo di quando ero ancora un monello giustificabile, mi perdoni. Lui e il suo splendido manto nero perchè beve solo caffè mentre galoppa alla destra di Manitù nelle praterie sconfinate dei cieli. Ho mangiato la “pastisada de caval” che, è inutile negarlo, è semplicemente, incommensurabilmente, prodigiosamente e qualunquemente buona. Sono stato male per un po’ come avessi peccato: me l’avevano spacciato per uno stufato di carne bovina alla valpolicellese, cotto nell’amarone ecc. Sentivo che era diverso. Ma ero già alticcio, cotto come un osso de porco nel brodo di gallina senza l'ombra di un dado, incapace di connettere tutti i passaggi, … dai insomma la carne di cavallo è tanto diversa dal normale! Dove erano finite le mie papille gustative? Sotto la lingua? Era impossibile non rendersi conto della differenza. Ma non succederà più.
Mantecato in questo turbinio di emozioni, mentre l’esofago svolgeva la sua parte, era arrivato il momento dei giochi simil-celtici presentati da un gruppo di piloni in gonna scozzese. Squadrette da 4 con nomi del tipo Dis-ubbidienti, Tristi, ecc.. Naturalmente io in verde sotto l’egida dei Taffani (che si scrive con una ‘f’ sola ma … il veronese medio, è noto, sbaglia tutte le doppie e nell’incertezza ne mette alla cazzo anche dove non andrebbero) . Non c’è da andarne fieri. Ora, passi per il lancio del tronco, della corsa con i massi, del lancio della pietra, del far rotolare la botte piena per un percorso disseminato di gomme da trattore … ma è stato il tiro alla fune che mi ha segnato. Mi ha proprio segnato. E’ importante non legarsi alla corda se non debitamente protetti. Ma me ne sono ricordato solo in finale. Corpo di mille satanassi. Amen direbbe una bella bimba che conosco. Awen direbbe un altro dallo spirito celtico innato :D. ‘Aseno’ (e non cavallo) mi ha detto lei.

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