giovedì 18 giugno 2009

+icted 2 love

L’uomo, all’apparenza, sembra avere 50 anni. Portati decisamente male.
E’ probabile tuttavia che all’anagrafe ne risultino non più di 35. La donna dimostra la stessa età . 35 anni intendo. Vestiti come nessuno vorrebbe mai essere vestito. Sporchi di uno sporco antico. Sorridono entrambi avvicinando i denti tra loro. Almeno, con quello che di denti è rimasto loro in bocca. Sono accasciati per terra con la schiena appoggiata al muro fuori dalla porta del fornaio. Danno l’idea di due tovaglioli di stoffa abbandonati sullo schienale della sedia al ristorante dove aver finito di mangiare. Stropicciati e bisognosi di una lavatrice. Tutte le mattine il panettaro del Mulino bianco allunga loro delle ciabatte appena sfornate. I due hanno steso un vivace plaid che, anche lui, non vede un detersivo da quanto è stato creato. Quella coperta è però quanto serve per separarli da tutto ciò che il marciapiede accoglie. La via è completamente alberata. E rigogliosa. E verde lussureggiante. E leggermente danzante. E’ una delle mie strade preferite in estate perché da refrigerio solo a guardarla. La scena è alquanto suggestiva perché il sole penetra esattamente laddove loro hanno posato le loro terga. I due sono illuminati da questa luce gentile, tiepida e amabile come lo è solo al mattino quando il mattino è bello. Si stanno guardando in faccia e continuano a sorridere. Una signora cammina veloce e passa oltre stringendo più forte la borsetta a sé. Guarda tenendo gli occhi ad ore 17 con un misto di compassione e di disapprovazione che mi ricorda la mamma di Harry travestita da giudice dell’Unione Sovietica e che dà un bel 4 alla prestazione del figlio. E’ senz’altro l’unico luogo veramente caldo della via. E’ chiaro che sono messi male. Ed è insolito incontrarli perché i barboni, da qui, sono quasi spariti. Sono abbracciati. Si guardano negli occhi continuamente come se il non vedersi significasse non esistere. Io continuo a passeggiare rallentando il passo ma non riesco a togliere la mia innocente curiosità dal loro intimo accogliersi. Sembrano volersi bene. Lei sta lacrimando. Lui non lo vedo in faccia. Non è disperazione. Non credo sia felicità. Forse è una specie di serena tranquillità che emoziona tra una dose e l’altra. Non lo so proprio. Sono legati reciprocamente da un laccio emostatico ma voglio pensare, mentre passo oltre, che sia qualcosa di molto vicino all’amore.

Nessun commento: